INCENSO POLVERE 100 gr.

6,00 €
Tasse incluse

INCENSO GRANELLO / LACRIMA

NOME BOTANICO: BOSWELLIA CARTERI, BIRDWOOD, BOSWELIA SACRA FLUCK, PLOSSEA FLORIBUNDA SIC

ALTRI NOMI: OLIBANO - INCENSO

DENOMINAZIONE INCI: BOSWELIA CARTERII GUM 

FAMIGLIA: BURSERACEAE

PARTI USATE: LA GOMMORESINA CHE TRASUDA DA INCISIONI DELLA CORTECCIA.

DESCRIZIONE: è un arbusto i cui rami sono avvolti da un manicotto di colore giallo costituito da numerosi ed esili strati di scorza successivamente staccatisi e rimasti a costituire una difesa contro l’essiccamento. Le foglie, presenti soltanto all’estremità dei rami, sono grandi (15 –20 cm di lunghezza), imparipennate, con 6 – 7 paia di foglioline lunghe 2-6 cm, grosse, coriacee ed irregolarmente crenate; esse compaiono durante la stagione delle piogge. I fiori si trovano in piccole cime terminali che compaiono prima delle foglie. Il calice è formato dall’insieme di 5 sepali saldati alla base; la corolla è a 5 petali liberi; l’androceo comprende dieci stami inseriti intorno ad un disco ad anello; il gineceo è costituito da un ovario supero a tre logge sormontato da un breve stilo trilobo. Il frutto è secco, a tre logge, all’interno di ogni loggia vi è un nocciolo allungato a forma di cuore, con un solo seme. La droga si presenta formata dalle cosiddette lacrime isolate lunghe anche oltre il cm, di forme tondeggianti ed irregolari mescolate con masse a forma di stalattite e con pezzetti claviformi incolori o giallo-rossastri, o nel caso del granello di palline di poco inferiori alle dimensioni del pisello. I grani isolati sono per lo più coperti da pulviscolo bianco e poco o nulla trasparenti fragilissimi e con frattura lucente. ODORE: aromatico gradevole particolare che si accentua col riscaldamento. SAPORE: amaro ma non disgustoso. Rammollisce senza fondere a 100°C, a temperature più elevate si decompone svolgendo fumi bianchi con odore intenso e grato. Pochissimo solubile in acqua: triturato in essa dà un liquido torbido mucillaginoso; parzialmente solubile in cloroformio, etere, soluzione di carbonato potassico ed in alcool con il quale dà un liquido con reazione acida al tornasole. 

POLVERE: talvolta fine, talvolta a grossi grumi, è compatta e gialla con granulometria tra 500 e 1000 micron tendente ad impaccarsi.

PROVENIENZA: AFRICA ORIENTALE (ERITREA - ETIOPIA)

NATURA DELLA PIANTA: spontanea 

EPOCA DI RACCOLTA: in febbraio/marzo si eseguono delle incisioni sul fusto da cui fuoriesce un succo biancastro che dopo poco si indurisce e può essere raccolto già dopo due settimane. La raccolta procede fino a settembre. 

COMPONENTI PRINCIPALI: * Olio essenziale: α e β – pinene, limonene, β – fellandrene, α - tujene, mircene, p – cimene, α – copaene, β – ylangene, β - cadinene, β – cariofillene, farnesene, umulene, borneolo, bornilacetato, carvone, verbenone, verbenolo, carveolo, farnesolo, anisaldeide, linalolo, ottilacetato, acidi canfolenici. Le gommoresine d’incenso contengono il 56 – 70% di residuo solubile in alcool, di cui il 3 – 9% di olio essenziale, il 60 -70 % di resina ed il 27 – 35% di gomma idrosolubile, insieme a quantità variabili di materiale terroso (1 – 3 %) e vegetale (3 – 6 %)

INDICAZIONI: (estratte da note bibliografiche): antinfiammatorio, antimicrobico (Mycobacterium plei, Sarcina lutea, Staphylococcus aureus, Bacillus subtilis, Escherichia coli). Queste due attività ne giustificano l’impiego popolare nella tosse e nell’asma. L’attività an tinfiammatoria rende tale resina indicata nell’osteoartrite, artrite reumatoide giovanile e spandilite. Gli acidi boswellici in generale, come pure l’incenso in toto, posseggono un’importante attività anti lipidemica. Uso esterno: cicatrizzante, astringente. Rientrava in alcune vecchie preparazioni farmaceutiche ormai cadute in disuso.

PREPARAZIONE: 100 mg/ dì in 3 somministrazioni per 2 settimane; tal quale o in soluzione oleosa per 2-4 settimane; per via inalatoria 1 – 2 g di incenso vaporizzato con apposito elettroemanatore. Uso esterno: soluzione oleosa allo 0,5 % due applicazioni al giorno per 1 – 2 settimane. Vi sono vari metodi per bruciare l’incenso, si spegne dopo circa 30 secondi la fiammella ventilando con la mano , e infilare il bastoncino in un porta incenso. La fiammella può anche essere spenta muovendo il bastoncino in senso circolare. Non la si dovrebbe mai spegnere, invece, soffiandovi sopra. La tradizione consiglia inoltre di accendere un numero dispari di bastoncini. Di questi ve ne sono di svariate lunghezze, alcuni durano 20 minuti altri da 35 minuti a 2 ore e mezza.

AVVERTENZE: possibili interazioni ma positive, con i fans e i cortisonici, in quanto potenzia sinergicamente l’effetto di questi farmaci senza gastrolesività, e questo meccanismo d’azione permette di ridurre la somministrazione dei farmaci antinfiammatori d sintesi. cautela in gravidanza e allattamento.

VARIE: l’incenso deriva dal latino “incedere” = bruciare, ed è anche detto olibano, dal latino “oleum libani” = olio di Libano. Già verso il 1600 a. C. gli Egizi lo importavano dall’Arabia per bruciarlo nelle stanze dove si svolgevano cerimonie religiose e civili. Venne usato per curare la scrofolosi e la lebbra. Nel 1500 d.C. l’incenso giunse anche in Giappone dove nacquero scuole in cui si poteva apprendere l’arte del bruciare incenso e la scelta dei bruciatori. Fu molto usato durante le pestilenze oltre che come antimicrobico, anche come insettifugo. attualmente i derivati della gommoresina sono applicati in profumeria.

BIBLIOGRAFIA PRINCIPALE: ERBORISTERIA DOMANI – Luglio/Agosto 1992 – p14; CODEX VEGETABILIS – G. Proserpio; INCENSO E BENESSERESPIRITUALE – Fred Wollner

€ 6,00/100 gr.

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